Il significato di dare il cibo ai corvi durante il rituale Shraddha nel periodo Pitrupaksha

Breve riassunto : Sapevi che è possibile fare qualcosa per aiutare i tuoi antenati defunti nell’aldilà? Questo articolo spiega che quando vediamo i corvi beccare l’offerta di cibo fatta agli antenati defunti durante il rituale Shraddha, questo significa che li stiamo aiutando nell’aldilà

Significato spirituale dei corvi che beccano l'offerta rituale di cibo dello Shraddha

1. L’importanza di aiutare spiritualmente i nostri antenati defunti specialmente durante il Pitrupaksha (i quindici giorni degli antenati defunti)

Poche persone sanno che possono fare concretamente qualcosa per aiutare i loro antenati defunti dopo la morte.

Questo è particolarmente vero durante i quindi giorni degli antenati defunti (popolarmente conosciuto come Pitrupaksha). È un periodo che cade nell’autunno dell’emisfero boreale ed è il momento in cui i nostri antenati defunti si avvicinano di più alla Terra o al piano fisico grossolano di esistenza. L’onere di aiutare i nostri antenati defunti ricade proprio su noi discendenti.

Si dice che il periodo che intercorre tra la morte del corpo sottile di un antenato defunto e la sua successiva rinascita è come quello di un bambino non nato ed in gestazione nell’utero. Proprio come ci si prende cura affinché il feto cresca sano nel grembo materno, allo stesso modo dovremmo prenderci cura degli antenati defunti nell’aldilà attraverso riti spirituali come il rituale Shraddha.

Alcuni di voi potrebbero chiedersi: “Perché i miei antenati defunti hanno bisogno di aiuto dopo la morte?”

In realtà, la grande maggioranza dei nostri antenati defunti ha bisogno di aiuto nell’aldilà.

Nell’era attuale, la maggior parte degli antenati defunti muoiono conservando in se’ tanti desideri insoddisfatti e sono privi di energia spirituale. Questo è dovuto principalmente alla mancanza di pratica spirituale adeguata o regolare fatta quando erano in vita. Ricchezza, fama, titoli di studio, ecc. non hanno alcun valore nell’aldilà. Le uniche cose che valgono nell’aldilà sono l’energia spirituale di un corpo sottile, che è direttamente correlata al suo livello spirituale, e le azioni positive e negative (karma) fatte quando la persona era in vita. La maggior parte dei nostri antenati defunti è ad un basso livello spirituale. Di conseguenza, i loro corpi sottili non hanno la forza spirituale necessaria per raggiungere la loro destinazione finale, che di solito è la regione di Nether (Bhuvarlok), dopo essere usciti dal piano di esistenza terrestre e aver attraversato la regione dei morti (Martyaloka).

In questo viaggio di solito sperimentano molto distress a causa dei loro desideri mondani e sono soggetti agli attacchi dalle energie negative. Hanno bisogno di aiuto spirituale da noi discendenti per dare slancio a proseguire nell’aldilà.

Nota importante: aiutare i nostri defunti in definitiva ci aiuta, perché se facciamo rituali per dare loro energia spirituale e proseguire nell’aldilà, è meno probabile che ci creino problemi nella nostra vita. Questo sia da una prospettiva di richiesta d’aiuto che dal voler soddisfare i loro desideri mondani attraverso noi discendenti.

2. Cose che si possono fare per aiutare gli antenati defunti

Ci sono 2 cose che si possono fare per aiutare gli antenati defunti nell’aldilà

  • Cantilenare il Nome di Shri Gurudev Datta : Questo è un canto di protezione spirituale che serve a due scopi. Fornisce a noi (discendenti) la protezione spirituale dai problemi causati dagli antenati defunti e fornisce loro l’energia spirituale per dargli uno slancio nell’aldilà.
  • Condurre il rituale Shraddha : Si raccomanda anche di eseguire il rituale Shraddha. Questi sono riti specifici che vengono fatti per ridurre i desideri mondani degli antenati defunti e fornire loro energia spirituale per il viaggio nell’aldilà. Per maggiori dettagli si prega di fare riferimento al nostro articolo sullo Shraddha.

È importante notare che durante il Pitrupaksha (i quindici giorni degli antenati defunti), il canto ‘Shri Gurudev Datta’ ha un beneficio spirituale del 50%. L’altro 50% viene dall’eseguire il ‘rituale Shraddha’.

3. Il corvo che si nutre dell’offerta dello Shraddha – un modo per sapere se i nostri antenati sono stati aiutati

Ci si può chiedere se questi rituali aiutano i nostri antenati defunti nell’aldilà. L’unico modo per saperlo veramente è se si ha la capacità di sesto senso per vedere cosa succede nel sottile. Tuttavia, ci sono alcuni segni fisici che ci suggeriscono il fatto che i nostri antenati defunti sono stati aiutati.

Nel rituale Shraddha, vengono eseguite 3 azioni:

  1. Offerta rituale di cibo vegetariano(Naivedya),
  2. Offerta rituale di palle di riso(Pinda-dan) e
  3. Offerta rituale di acqua(Tarpan).

Dopo che il rituale Shraddha si è concluso, il Naivedya viene poggiato a terra all’esterno per nutrire i corvi. Se i corvi vengono a beccare il cibo, è un’indicazione che gli antenati defunti sono stati aiutati.

Se state pensando che questo è straordinario – sì, lo è, ma lasciateci spiegare la scienza spirituale dietro questo fenomeno e perché un tale evento si verifica. Per secoli, questa tradizione è stata seguita soprattutto in India e coloro che hanno una visione sottile vedono effettivamente gli antenati defunti ricevere il beneficio spirituale.

3.1 Qual è il significato dell’offerta rituale di cibo vegetariano nello Shraddha?

Rituale dell'offerta di pinda (palle di riso) durante lo Shraddha

I rituali di offrire Naivedya, Pinda-dan e Tarpan ai propri antenati defunti sono una parte importante della cerimonia dello Shraddha. Lo scopo del rituale è quello di fornire energia spirituale ai nostri antenati defunti e anche di ridurre i loro desideri. Questo viene fatto offrendo cibo e acqua, poi spiritualmente caricati attraverso mantra specifici. L’efficacia di questi rituali è influenzata da vari fattori tra cui la persona che presiede il cerimoniale, il discendente che esegue il rituale, il luogo in cui viene condotto, il karma (destino) e il livello spirituale degli antenati defunti a cui è destinato. Questi fattori comprendono i seguenti punti :

  • Il livello spirituale e l’emozione spirituale dei partecipanti al rituale : Bhav (emozione spirituale) è la sostituzione paritetica dell’io nella propria vita con la consapevolezza dell’esistenza di Dio o del Guru con uguale intensità. Significa avere la costante consapevolezza di Dio. Maggiore è il livello spirituale di chi conduce il rituale e del discendente che vi partecipa, maggiore è il beneficio spirituale. Qualsiasi rituale è più efficace se condotto con emozione spirituale. Il livello spirituale e l’emozione spirituale influenzano anche l’efficacia del rito, vale a dire con che portata l’energia generata viene effettivamente convogliata agli antenati defunti
  • L’attinenza di come il rituale viene eseguito secondo le Scritture : Proprio come esistono principi e metodologie esatte nelle scienze fisiche, esiste anche una metodologia esatta nella scienza spirituale per condurre tali rituali.
  • La purezza spirituale del luogo : Se il luogo è spiritualmente impuro, allora l’efficacia del rituale si riduce e il suo beneficio spirituale è inferiore.
  • Attacchi di energie negative : Molto spesso, le energie negative approfittano degli smodati desideri mondani dei defunti per controllarli. A causa della loro mancanza di energia spirituale, essi non sono in grado di difendersi. Tali energie negative possono ostacolare il rituale Shraddha affinché gli antenati defunti non ne ricevano il relativo beneficio e rimangano ancorati sotto il loro controllo

3.2 Come preparare le pinda (palle di riso) per il rituale Shraddha?

Pinda (palle di riso) per il rituale Shraddha

Di seguito sono riportati i passaggi per preparare le pinda (palle di riso) per il rituale Shraddha.

  1. Preparare il riso bollito o al vapore. Può essere qualsiasi tipo di riso bianco. Il riso integrale non dovrebbe essere usato.
  2. Mescolare la cagliata, il ghee (burro chiarificato di mucca indiana), il miele e semi di sesamo nero in piccole proporzioni con il riso bollito e fare delle pinda (palline di riso) delle dimensioni di un limone usando il preparato. Le pinda (palle di riso) dovrebbero essere abbastanza compatte e consistenti.
  3. Se si sta preparando un pasto specifico per il rituale Shraddha, esso deve essere necessariamente vegetariano. Una piccola parte di queste pietanze possono essere mischiate alla miscela di riso che si sta preparando prima di farne delle pinda
  4. Idealmente queste pinda dovrebbero essere poste sulla darbha. La darbha (nome botanico: Desmotachya bipinnata) è un tipo di erba lunga e secca (spiritualmente pura) usata frequentemente in riti e rituali come quello dello Shraddha. La darbha dovrebbe essere posizionata in direzione nord-sud. Se non avete la darbha potete metterle su una foglia di banano. Se anche questa non fosse disponibile, allora le pinda (palle di riso) possono essere poste su una carta bianca e pulita.

3.3 Come preparare un pasto vegetariano (Naivedya) per il rituale Shraddha?

Si può preparare un qualsiasi semplice pasto vegetariano come offerta simbolica agli antenati defunti. Per esempio in India il pasto consiste in: riso, curry di verdure, pooris (un tipo di pane fritto indiano), cagliata (yogurt), daal (legumi indiani), sottaceti e un piatto dolce.

3.4 Come preparare l’offerta dell’acqua (Tarpan) per il rituale Shraddha?

Per l’offerta rituale dell’acqua agli antenati defunti, si dovrebbe offrire acqua mescolata a semi di sesamo nero. Leggi il nostro articolo sullo Shraddha per saperne di più.

3.5 Qual è la scienza spirituale alla base del fatto che nostri defunti beneficiano spiritualmente dell’offerta?

Il problema : La maggior parte degli antenati defunti, a causa della mancanza di pratica spirituale fatta in vita, si trova ad un basso livello spirituale e trattiene con se’ molti desideri e attaccamenti mondani insoddisfatti. Questi desideri e attaccamenti inappagati, uniti alla bassa energia spirituale, rendono i loro corpi spirituali molto pesanti e incapaci di lasciare il piano di esistenza terrestre nel viaggio verso le regioni sottili come quella di Nether. Sempre a causa dei loro desideri e attaccamenti, sono soggetti anche agli attacchi dalle energie negative, che li schiavizzano al fine di accedere ai corpi dei loro discendenti. Lo scopo è di soddisfare, mediante i discendenti, vari scopi malvagi, quali vivere le dipendenze, il sesso, danneggiare gli altri, diffondere l’impurità spirituale (RajaTama), ecc.

La soluzione : Naivedya, Pinda-dan e Tarpan sono rituali progettati per superare questo problema spirituale e aiutare gli antenati defunti a ridurre i loro desideri e allo stesso tempo a fornire loro energia spirituale per procedere nell’aldilà. I rituali forniscono anche protezione contro gli attacchi dalle energie negative.

La scienza spirituale alla base di questa soluzione :

Una rappresentazione visiva degli antenati defunti che ottengono del beneficio spirituale dal Pinda-dan nel sottile

L’aspetto di Dio (Divinità) che presiede agli antenati defunti è la divinità della morte conosciuta come Yamdev. Eseguire lo Shraddha significa invocare l’energia delle onde Yama (energia della Divinità della Morte) nell’Universo (Brahmanda) per dare slancio ai corpi sottili degli antenati defunti. Questo è facilitato dal cantilenare il Nome della Divinità Dattatreya cioè lo II Shri Gurudev Datta II.

L’energia generata dal canto Shri Gurudev Datta, unito alle preghiere rivolte alla divinità Dattatreya, aiuta ad attrarre le onde Yama nell’Universo associate al corpo sottile degli antenati defunti e li attrae verso la Terra per ricevere beneficio spirituale. Di conseguenza, molti corpi sottili degli antenati defunti intrappolati nella Regione dei Morti (Martyaloka) sono in grado di entrare nella dimensione terrestre. Grazie a questo processo, essi possono ottenere beneficio dal rituale Shraddha eseguito sulla Terra dai loro discendenti, ed assimilare le onde Yama per assicurarsi uno slancio nel viaggio oltre la morte.

Quando le onde Yama –attivate- vengono invocate nel rituale Shraddha, l’atmosfera intorno ai corpi sottili degli antenati defunti si attiva di conseguenza. Sospinto da queste onde Yama, il corpo sottile viene portato ad una fase successiva del suo viaggio nell’aldilà. Questo fenomeno è conosciuto come Sadgati (lo slancio nel viaggio verso Dio del corpo sottile del defunto). In pratica, il corpo sottile del defunto può ottenere alcuni di questi benefici :

  • Riduzione dei desideri ed attaccamenti, rendendolo così più leggero per il suo viaggio successivo nell’aldilà
  • Riduzione del distress spirituale
  • Riduzione del conto karmico di dare-ricevere in essere con i suoi discendenti
  • Energia spirituale per procedere verso un piano di esistenza ultraterreno migliore

Durante il rituale Shraddha viene offerto il Naivedya, le Pinda (palle di riso) insieme al Tarpan (acqua) e gli antenati defunti sono invocati attraverso mantra e preghiere. (Si prega di notare che Naivedya è offerto alle Divinità che presiedono il rituale Shraddha e grazie alle loro benedizioni i nostri antenati defunti ottengono beneficio spirituale). Gli antenati defunti che vengono invocati e che hanno bisogno di aiuto sono di natura predominante Raja-Tama, il che significa che emettono vibrazioni spiritualmente impure. Questo è in gran parte dovuto al fatto che sono ad un basso livello spirituale e hanno molti desideri mondani. Di conseguenza, quando arrivano sul luogo dello Shraddha dove vengono fatte le offerte, l’intero ambiente si carica di vibrazioni Raja-Tama o di vibrazioni di distress spirituale. Pertanto anche il Naivedya, le Pinda (palle di riso) e la Tarpan si caricano di vibrazioni Raja-Tama.

Ora, qualcuno potrebbe chiedersi come delle semplici offerte di cibo e acqua possano aiutare a ridurre i desideri mondani degli antenati defunti. Il motivo è perché pur trattandosi di semplice cibo e acqua, essi sono in realtà carichi di energia dai mantra, dal canto Shri Gurudev Datta e dall’emozione spirituale del discendente che compie lo Shraddha. Il Naivedya offerto durante lo Shraddha viene consumato dai corpi sottili nella forma di Principio Assoluto dell’Aria, e così essi vengono soddisfatti. Inoltre, la composizione specifica degli ingredienti, per esempio riso, semi di sesamo nero ecc., agevola l’attrazione degli antenati defunti ed il trasferimento di energia spirituale ad essi. Ogni pallina di riso (Pinda) offerta nel Mahalaya Shraddha durante il Pitrupaksha ha lo scopo di aiutare specificamente un certo antenato defunto del lignaggio familiare (come indicato nelle Scritture). È per questa ragione che c’è un numero specifico di palline di riso offerte nel rituale della Pinda-dan.

Qual è il significato dei semi di sesamo nero nelle Pinda (palle di riso)?

I semi di sesamo nero emettono onde predominanti Raja-Tama (spiritualmente impure). I mantra recitati durante lo Shraddha attivano nei semi di sesamo nero l’energia predominante Raja-Tama (spiritualmente impura) e aiutano ad attirare nell’orbita terrestre i corpi sottili ancestrali, che sono predominanti Raja-Tama. Questo processo facilita l’arrivo dei corpi sottili verso il luogo dello Shraddha sfruttando le onde Raja-Tama (spiritualmente impure) emesse dai semi di sesamo nero. Anche i corvi vengono attratti da queste onde spiritualmente impure che si trovano nell’offerta di cibo. Con le onde emesse dai semi di sesamo nero si attiva quello strato intorno al corpo sottile del defunto che corrisponde al suo desiderio predominante, che viene soddisfatto dopo aver mangiato la sua porzione di cibo dello Shraddha.

Allora, dove si colloca il corvo in questa dinamica?

Il corvo è un uccello peculiare in relazione alla morte e ai corpi sottili degli antenati defunti

Il corvo è un uccello specifico in relazione alla morte e ai corpi sottili degli antenati defunti. Questo è dovuto ad alcune ragioni:

  • Le vibrazioni Yama sono presenti negli antenati defunti e le stesse vibrazioni Yama sono intrinsecamente presenti nel corvo.
  • Il corvo è di natura predominante Raja-Tamaproprio come gli antenati defunti bisognosi di aiuto. Il colore nero del corvo è indicativo della sua natura Raja-Tama.
  • Il corvo possiede la capacità sottile di vedere/sentire i corpi sottili ancestrali defunti.
  • A causa della corrispondenza nelle loro vibrazioni, un antenato defunto può entrare in un corvo e usare il suo corpo per consumare fisicamente il cibo e l’acqua, ottenendo così energia spirituale da esso.
  • Inoltre, poiché il corpo fisico non esiste più dopo la morte, la proporzione del Principio Assoluto della Terra nella guaina che circonda il corpo sottile si riduce e quella del Principio Assoluto dell’Acqua aumenta. Così, la guaina che avvolge il corpo sottile degli antenati defunti acquisisce un’alta percentuale di umidità sottile. Anche la guaina sottile che circonda un corvo ha la predominanza nel Principio Assoluto dell’Acqua, il che facilita l’ingresso del corpo sottile del defunto (predominante del Principio dell’Acqua) nel corpo di un corvo.

3.6 Qual è il significato spirituale di dare cibo al corvo durante lo Shraddha?

Questa sezione spiega il meccanismo di azione di come un antenato defunto ottiene beneficio spirituale dell’offerta di cibo mediante il corvo.

Durante il Pitrupaksha (i quindici giorni degli spiriti ancestrali defunti e del rituale Shraddha), i corvi sono più attivi. Spesso si può sentire il loro gracchiare in misura maggiore e vederli anche in un numero maggiore. Quando viene eseguito il rituale Shraddha, gli antenati defunti vengono invocati, arrivano sul luogo e il Naivedya e le Pinda si caricano di onde Yama e vibrazioni Raja-Tama. Il corvo viene attratto da queste onde Yama e dalle vibrazioni Raja-Tama e giunge sul posto perché ha vibrazioni simili. Dopo il rituale Shraddha, il Naivedya (cibo vegetariano) offerto agli antenati defunti attraverso le divinità e le Pinda (palle di riso) viene disperso nell’acqua corrente. Tuttavia, c’è un Naivedya disgiunto che viene tenuto da parte solo per i corvi. Dopo che il rituale Shraddha si è concluso, questo cibo viene tenuto fuori dalla casa affinché i corvi banchettino con esso.

A questo punto possono verificarsi 2 scenari in relazione al beccare del corvo:

  • Uno scenario è quando gli antenati defunti non hanno molta energia spirituale, quindi hanno bisogno di entrare nel corpo del corvo per consumare l’offerta.
  • L’altro è quando gli antenati defunti hanno una certa energia spirituale, quindi sono in grado di trarre direttamente beneficio spirituale dal cibo attraverso mezzi sottili. Non hanno bisogno del corvo come strumento perché sono in grado di assorbire direttamente l’energia spirituale necessaria.

La velocità del corvo che si avvicina al Naivedya ricorda lo slancio del corpo sottile che entra nell’ambiente terrestre dopo l’invocazione del rituale Shraddha. Il corvo che becca il Naivedya indica che il corpo sottile dell’antenato defunto è soddisfatto ad entrambi i livelli – quello fisico mangiando il cibo del Naivedya mediante il corvo e quello spirituale assorbendo i gas sottili emessi dal cibo. Entrambi forniscono l’energia agli antenati defunti per continuare il loro viaggio nell’aldilà. Così, il corvo durante questo rituale agisce da tramite tra i corpi sottili degli antenati defunti con desideri insoddisfatti e gli esseri umani (discendenti).

3.7 Cosa significa se i corvi non beccano il cibo offerto col rituale Shraddha?

A volte dopo il rituale di offerta del Naivedya ai corvi, questi non beccano il cibo. Ci sono alcuni motivi per cui questo accade, e li abbiamo riportati di seguito.

  1. Se l’antenato defunto è scontento coi discendenti perché essi non hanno agito secondo il suo volere o per qualche altro motivo, allora il suo corpo sottile emette onde distruttrici che spaventano i corvi. In tal caso, anche se i corvi si aggirano nei dintorni, non verranno a beccare l’offerta di cibo.
  2. Le energie negative possono ostacolare i corpi sottili degli antenati defunti, resi ormai loro schiavi, ad ottenere beneficio spirituale dal rituale agendo sul corvo.
  3. A volte, a causa dei forti desideri ed attaccamenti insoddisfatti, gli antenati defunti rimangono ancorati al piano fisico terrestre e si oppongono ad ogni tentativo di lasciarlo. Sfortunatamente, i desideri di questi antenati defunti sono come un pozzo senza fondo e non vengono mai placati/soddisfatti. Quindi essi sono sempre infelici.Il loro corpo sottile continua ad aleggiare intorno al Naivedya Non ottengono alcun beneficio spirituale da esso. Poiché non se ne vanno, il corvo, avendo una visione sottile, li vede aleggiare e non viene a beccare il Naivedya.
  4. Quando si offre il Naivedya, altri vari corpi sottili possono venire attirati insieme agli antenati defunti. Questi corpi sottili possono includere gli amici ed i nemici della famiglia, tutti nell’aldilà. Nel caso ci siano parecchi corpi sottili nemici, essi non permettono al corvo di venire a beccare il Naivedya perché non vogliono che gli antenati defunti ottengano un beneficio spirituale.
  5. Se molti degli antenati defunti fossero stati dei cercatori spirituali avendo fatto una pratica spirituale regolare in vita, quindi di un livello spirituale superiore, essi non hanno bisogno del corvo. Sono in grado di ottenere il beneficio spirituale dell’offerta di cibo direttamente da mezzi sottili.Inoltre, essi sono sostenuti da Divinità, energie positive e Dio. Con l’energia spirituale positiva creata in quella zona, i corvi -che sono predominanti in Raja-Tama (spiritualmente impuri)- si mantengono lontani.

3.8 Quanto dura l’effetto del cibo offerto agli antenati defunti?

L’effetto del cibo offerto durante i quindici giorni degli spiriti ancestrali dura un anno. Quindi, si raccomanda di eseguire il Mahalaya Shraddha per i propri antenati defunti ogni anno. Ci sono molti tipi di Shraddha. Tuttavia, il Mahalaya Shraddha è un tipo di Shraddha che può essere offerto ogni anno nel periodo Pitrupaksha (i quindici giorni degli spiriti ancestrali defunti).

3.9 Cosa fare se non ci sono corvi nella tua zona?

Talvolta le persone potrebbero vivere in un paese dove il clima è estremo e non ci sono corvi in giro, come in una zona desertica o in una estremamente fredda. In questo caso, si può compiere il rituale Shraddha e fare l’offerta di cibo pregando che gli antenati defunti possano ottenere beneficio spirituale attraverso mezzi sottili. Qui è importante l’emozione spirituale del discendente che fa l’offerta di cibo.

3.10 Se il cibo (il Naivedya per il corvo) non viene mangiato, allora cosa si deve fare?

Il momento ideale per offrire il Naivedya è il pomeriggio. Dopo che il Naivedya è stato offerto al corvo e nel caso in cui sia stato lasciato intonso, si dovrebbe aspettare fino al tramonto e poi liberarsene nei seguenti modi:

  • Disperderlo in acqua corrente.
  • Se questo non fosse possibile, seppellirlo nel terreno o nel giardino accanto a una pianta di Tulsi (Basilico Sacr), quando possibile.
  • Se tale opzione non fosse possibile, allora porgere una preghiera di gratitudine e metterlo in un sacchetto pulito dentro al cestino della pattumiera.

3.11 Supponiamo che non si possa fare il rituale Shraddha con l’aiuto dei ministri di culto e i mantra appropriati, allora cosa dovremmo fare?

Per alcuni di noi che stanno leggendo questo articolo, potremmo non avere accesso ai ministri di culto per eseguire il rituale Shraddha. In tal caso abbiamo fornito alcuni semplici passaggi nel nostro articolo principale sullo Shraddha. Per favore ricordate che la propria emozione spirituale è un ingrediente chiave per assicurare che i propri antenati defunti vengano aiutati ad ogni passaggio del rituale Shraddha. Inoltre, il canto Shri Gurudev Datta aiuta enormemente gli antenati defunti. Quindi, per favore non scoraggiatevi se non siete in grado di ingaggiare un ministro di culto per celebrare questo elaborato rituale

In ogni caso, si prega di eseguire lo Shraddha secondo le proprie possibilità. Lo Shraddha è un rituale che va oltre ogni cultura e ha una scienza spirituale dietro ad esso. Per contro, le pratiche comuni come mettere dei fiori sulla tomba o una ghirlanda intorno alla sua foto non danno alcun beneficio spirituale e, in realtà, sono dannose al suo proseguimento nell’aldilà. Il periodo Pitrupaksha avviene una volta all’anno. Per favore, approfittatene per dare beneficio spirituale ai vostri antenati defunti e per voi stessi. Si consiglia almeno di cantilenare il più possibile lo Shri Gurudev Datta  durante tutto il periodo Pitrupaksha

4. Conclusione

Lo Shraddha è un rituale importante non solo per i nostri antenati defunti ma anche per noi discendenti perché ci protegge dai problemi da loro causati. Eseguire lo Shraddha va ad indebolire quell’involucro che sottende i desideri insoddisfatti nel corpo sottile dell’antenato defunto. Sulla forza dell’energia generata dai mantra, il rituale rende leggeri i corpi sottili dei defunti e fornisce loro uno slancio nell’aldilà. I corvi che beccano il Naivedya sono la prova tangibile del fatto che i nostri defunti sono stati aiutati e che abbiamo contribuito al loro benessere nell’aldilà. Un corvo che viene a beccare il Naivedya rappresenta il modo piu’ vicino e tangibile a cui possiamo avvicinarci ad un antenato defunto nell’aldilà. Ogni corvo che viene a beccare il Naivedya potrebbe rappresentare uno dei nostri cari defunti e ci dovremmo rallegrare nel sapere che sono stati aiutati. Ringraziamo i Saggi dei tempi antichi per averci dato la conoscenza ed il metodo per aiutare i nostri antenati defunti.